Nasco nel 1926 a Glendale, in California. Ultima di sei figli, sono la più indipendente e coraggiosa; quando i miei fratelli hanno problemi con mamma e papà, sono sempre io a fare da intermediaria. Trascorro la mia infanzia in una villa circondata da un terreno enorme nelle campagne a nord di Los Angeles. A 15 […]

Nasco nel 1926 a Glendale, in California. Ultima di sei figli, sono la più indipendente e coraggiosa; quando i miei fratelli hanno problemi con mamma e papà, sono sempre io a fare da intermediaria.

Trascorro la mia infanzia in una villa circondata da un terreno enorme nelle campagne a nord di Los Angeles.

A 15 anni, mentre accompagno mio papà lungo una corsia dell’ospedale della contea di Los Angeles, da una porta socchiusa vedo quattro uomini col camice bianco che lavorano attorno a un tavolo. Al centro c’è un cervello umano. Per me è amore a prima vista.

Dopo il diploma mi iscrivo alla facoltà di medicina dell’Università di Berkeley. Durante i miei studi rimango molto colpita da un’immagine dell’Anatomia del Gray, un manuale medico del 1858 in cui si vede il profilo di una testa circondata dal sistema vascolare, cioè i vasi sanguigni che trasportano il sangue. Per me è un’immagine meravigliosa, che rappresenta perfettamente la mia idea di bellezza.

La mia passione è la neuroanatomia, la scienza che studia il modo in cui è fatto il nostro cervello.
Dopo la laurea, nel 1948, sono la prima donna a frequentare i corsi di specializzazione in questa materia dell’Università di Berkeley. Oltre a studiare il sistema nervoso, assisto i professori nelle loro lezioni agli studenti del primo anno e capisco che insegnare mi piace tantissimo.

La prima volta che uno studente mi fa una domanda e riesco a rispondere correttamente, mi viene la pelle d’oca e sento un calore intenso attraversare il mio corpo. Non voglio rinunciare a queste sensazioni: voglio essere una scienziata, ma anche un’insegnante.

I miei corsi di neuroanatomia sono tra i più frequentati di Berkeley. Le mie lezioni sono vecchio stile – solo gessetto e lavagna – ma sono in grado di tenere studentesse e studenti incollati alla sedia per ore.

Per presentare la mia materia, incomincio la mia lezione introduttiva sempre nello stesso modo: estraggo un cervello umano da una grande cappelliera colorata e decorata con immagini floreali e mentre lo tengo tra le mani pronuncio queste parole: “pesa poco più di un chilo, ma ha la capacità di concepire un universo sconfinato. Non è fenomenale?”.

Nel corso di tanti anni, migliaia di persone mi hanno ascoltata dal vivo, e molte di più mi hanno scoperta attraverso YouTube: il video della mia lezione introduttiva, per esempio, ha superato un milione di visualizzazioni.

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