Intervista a… VALERIA CENTANINO! Ti è mai capitato, a scuola, di aspettare con trepidazione il suono della campanella prima dell’intervallo e avere l’impressione che il tempo scorra più lentamente del solito? Oppure di essere a una festa di compleanno e pensare che sia durata troppo poco anche se ormai fuori dalla finestra è buio? Le […]

Intervista a… VALERIA CENTANINO!

Ti è mai capitato, a scuola, di aspettare con trepidazione il suono della campanella prima dell’intervallo e avere l’impressione che il tempo scorra più lentamente del solito?

Oppure di essere a una festa di compleanno e pensare che sia durata troppo poco anche se ormai fuori dalla finestra è buio?

Le sensazioni che abbiamo del tempo che scorre sono legate alla nostra percezione. La percezione del tempo non riguarda tanto le lancette che si muovono sul quadrante dell’orologio, ma proprio quello che ciascuno di noi sente dentro di sé in relazione al tempo che passa. Per ognuno di noi è una consapevolezza diversa, ma per tutti è una sensazione elaborata nel cervello.

Valeria Centanino è una neuroscienziata che studia come il nostro cervello misura il tempo, quello che passa troppo lentamente prima dell’intervallo e quello che passa troppo velocemente durante una festa.

Quando il tempo non passa mai

La percezione del tempo dipende da tanti fattori. “Per esempio dal nostro grado di attenzione” ci spiega Valeria. “A scuola quando non vediamo l’ora che suoni la campanella, siamo super concentrati sul tempo che passa e la percezione dell’attesa può farla sembrare anche estremamente lunga. Ma più siamo attenti, più saremo pronti a scattare quando arriva il drin dell’intervallo. Appena lo sentiamo, immediatamente ci alziamo, prendiamo la merenda e usciamo dalla classe”.

Esperimenti sul tempo

“Per capire quali meccanismi si attivano nel nostro cervello in queste situazioni”, continua Valeria, “facciamo degli esperimenti di laboratorio in cui cerchiamo di valutare il tempo che ciascuno di noi sente dentro”.

Gli esperimenti sulla percezione del tempo coinvolgono persone, chiamate soggetti volontari, che spontaneamente scelgono di aiutare gli scienziati nelle loro ricerche.

“Quello che facciamo è chiedere ai soggetti volontari di osservare lo schermo di un computer mentre mostriamo pallini, figure e luci di una certa durata. Alla fine, chiediamo ai volontari di giudicare quanto secondo loro sono durati i vari stimoli, facendo un confronto tra due situazioni”.

Una questione di secondi

“La percezione che valutiamo in questi esperimenti”, ci racconta Valeria, “riguarda un tempo di alcuni secondi o addirittura millisecondi (mille volte più piccoli dei secondi).

È un intervallo molto piccolo, soprattutto se paragonato agli anni della nostra vita. Però è un tempo importantissimo perché è in questo intervallo che ogni giorno ci succedono un sacco di cose anche senza che ce ne accorgiamo, come il parlare, il camminare, fare uno sport, ascoltare la musica.

Pensiamo a quando facciamo sport: ci deve essere una sincronia molto precisa nei movimenti, altrimenti inciampiamo, cadiamo, ci facciamo male. Oppure a quando ascoltiamo la nostra canzone preferita: se la ascoltiamo al rallentatore o se la acceleriamo, potremmo addirittura non riconoscerla più, anche se le note sono rimaste le stesse!”.

Una mappa del tempo

Valeria e i suoi colleghi scienziati cercano di capire in che parte del nostro cervello avvengono i processi che ci permettono di percepire il tempo. E che tipo di meccanismi si innescano quando dobbiamo gestire ed elaborare tempi così brevi come i secondi e millisecondi.


Nome: Valeria Centanino
Anni: 27
Sono nata a: Torino
Adesso vivo a: Trieste

Lavoro: alla SISSA Trieste, dove sto facendo un dottorato in neuroscienze cognitive

Mi piace: andare in montagna, leggere
Il mio sogno nel cassetto è: essere felice, fare qualcosa che mi piace e non andare mai contro a quello che sento
Mi piace essere una scienziata perché: Ogni giorno è diverso dall’altro. Ci sono tantissime domande senza risposta e, per conoscere cose, nuove bisogna farsi venire in mente idee originali o inventarsi modi fantasiosi per scoprire ciò che ancora nessuno sa.


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